Cenni storici sui Fenici

Origini dei Fenici e partizione di loro storia

I Fenici sono una tribù dei Cananei, che in tempi preistorici abitavano lungo la costa occidentale del golfo persico, ed emigrarono verso nord-ovest, quando per invasione di altri popoli nel basso bacino dell'Eufrate e del Tigri avvenne quel grande spostamento di popolazioni, che produsse l'emigrazione degli Hyksos verso l'Egitto e dei Terachiti nella Mesopotamia.

La genesi li dice di stirpe camitica, ma le reliquie di loro lingua sono semitiche. Mentre le altre tribù cananee si arrestarono nella Palestina e nella Celesiria, i Fenici avanzarono sino alle costa del Mediterraneo, protendendosi al nord del Carmelo.

Si sa, che fino da tempi remotissimi vi fondarono città, intrapresero la navigazione e acquistarono ricchezze; ma si ignora quasi intieramente la loro più antica storia.

Le scarse notizie, che se ne hanno, permettono di ripartirla in quattro periodi:
  1. prevalenza di Biblo o Gebal (?);
  2. prevalenza di Sidone (?-secolo XII a. C.);
  3. prevalenza di Tiro (secoli XIII-IX a. C.);
  4. dipendenza dei Fenici dalle varie monarchie predominanti nell'Asia anteriore (secoli IX-VI a. C.).
Fenici. Poliarchia e primato di Gebal

La postura della Fenicia rispetto al mare dovette svolgere negli abitanti fino dai primi tempi dell'occupazione una speciale propensione alla pesca e alla navigazione, agevolata dall'abbondante legname fornito dalle foreste del Libano. Perciò, quando i popoli del Mediterraneo giacevano ancora nella barbarie, già i Fenici lo percorrevano pirateggiando in diverse direzioni.

Pare che mancasse affatto la coesione politica, e che ciascuna città costituisse uno Stato autonomo; onde una vera poliarchia. È naturale che col tempo qualche città divenuta più ricca e forte abbia esteso sopra le altre, o almeno su alcune di esse, la sua supremazia.

Nella oscurità storica è parso d'intravedere un primo periodo di prevalenza per parte di Gebal (Biblo), di cui non si sa descrivere l'importanza, né segnalare la durata.

Fenici. Predominio di Sidone, navigazione e colonie

Sidone succedette a Gebal nel primato sulle città fenicie. Sebbene i tempi siano meno remoti, ci è tuttavia quasi del tutto ignota la vita interna dei popoli fenici anche in questo periodo. Sono però accertate l'attività commerciale, l'espansione coloniale, la ricchezza e la potenza dei Sidonii.

Dominando le vie, che dalle varie parti dell'Asia conducevano all'Egitto e al Mediterraneo, pervennero a raccogliere nelle loro mani tutto lo scambio dei prodotti tra l'Oriente e l'Occidente, mediante stazioni commerciali tanto sull'Eufrate, quanto nell'interno della Siria.

È naturale che allo scambio dei prodotti s'accompagnasse lo scambio delle idee; onde spiegasi, come i Fenici abbiano comunicato ai popoli del Mediterraneo i riti religiosi, i costumi e la cultura dell'Oriente.

Il movimento commerciale li spinse a fondare emporii e colonie numerose in tutto il bacino orientale del Mediterraneo: a Cipro, sulle coste dell'Asia Minore, nelle isole del Mar Egeo, nella penisola greca, sulle coste della Propontide e del Ponto Eusino, nel basso Egitto, lungo il litorale africano, e fino alle isole di Creta e di Sicilia.

Imperando in Egitto le dinastie XVIII-XX, conquistatrici dell'Asia anteriore, i Sidonii riconobbero bensì la sovranità dei Faraoni e si obbligarono a tributo, ma crebbero in potenza navale e commerciale, perché gli Egiziani non essendo forniti di propria marineria si valsero dei Sidonii, loro accordando favori e privilegi.

Fenici. Decadenza  e rovina del primato sidonio

Ritrattisi i Faraoni dall'Asia, i sidonii ricuperarono bensì la pienezza di loro autonomia, ma per varie cause decaddero di prosperità e potenza.

Anzitutto l'invasione degli Israeliti nella Palestina cagionò gravi perturbazioni nei Cananei, che si ripercossero sulla Fenicia; inoltre l'iniziazione dei Greci e dei popoli dell'Asia Minore alla civiltà doveva generare una concorrenza alla navigazione sidonia.

Però la rovina di Sidone fu determinata dai Filistei, stanziatisi sulle coste del Mediterraneo, a sud-ovest della Palestina. Popolazione marittima e intraprendente, venuta da Creta, tolse a Sidone gran parte del suo commercio per terra e per mare.

Verso la fine del secolo XIII una flotta filistea, condotta dal re di Ascalona, attaccò la stessa città di Sidone, l'espugnò e la distrusse. Pare che i Filistei siansi quindi ritirati, ed è certo che più tardi Sidone risorse; ma il primato sulla Fenicia passò intanto alla città di Tiro.

Fenici. Prevalenza esterna di Tiro e nuove colonie

L'attività marinaresca dei Tirii fu maggiore di quella dei Sidonii.

Avendo incontrato la concorrenza dei Greci nel bacino orientale del Mediterraneo, si spinsero arditamente nel bacino occidentale lungo la costiera africana al di là della Sirti minore, nel gruppo di Malta, in Sicilia, in Sardegna, nelle isole Baleari, sulla costa meridionale della Spagna.

Traversarono le colonne d'Ercole, fondarono Gades ed esplorarono le ricche miniere di Tartesso (sud-ovest della Spagna).

Navigando verso il sud le loro navi pervennero fino al capo Verde, voltando a nord pare siansi avanzate sino alla Bretagna e fors'anco alla Scandinavia.

Dovunque apparvero, i Fenici fondarono colonie e lasciarono traccie durevoli di civiltà. È anche memoria nella Bibbia di spedizioni compiute nel mare eritreo, partendo dal golfo Elanitico verso il paese di Ofir, del quale non s'è potuto determinare il sito, ma che deve essere lungo la costiera indiana.

Delle imprese tirie in occidente è rimasta ricordanza nel mito di Ercole tirio (Melkarth), il quale avrebbe sottomesso l'Africa, traversato lo stretto, cui dette il proprio nome (colonne d'Ercole), fondato Gades e combattuto vittoriosamente gli Iberi, poscia per la Gallia, l'Italia, la Sardegna e la Sicilia sarebbe ritornato in Asia.

Fenici. Potenza interna del regno tirio e rapporti con gli Ebrei

Il periodo più noto e forse più glorioso di Tiro corrisponde ai regni di Davide e Salomone e ai tempi del regno d'Israele, quando la sicurezza della Fenicia era guarentita dalla debolezza degli Egiziani e degli Assiri.

Ebbe fama il re Hiram, alleato di Davide, al quale mandò legname di cedro ed operai per fabbricare il suo palazzo in Gerusalemme. Continuò l'alleanza con Salomone, cementata da comuni interessi; imperocchè la Palestina era il granaio della Fenicia, e questa forniva a quella prodotti delle industrie e dei lontani commerci.

Hiram intraprese grandi opere a Tiro, mandò i suoi artefici a Salomone per la costruzione del gran tempio, e unì la sua flotta con l'ebraica per navigare al paese di Ofir.

Dell'amicizia dei due re è anche prova il matrimonio di Salomone con una figlia del re tirio.

Alla morte di Hiram segue un periodo di turbolenze tanto in Fenicia quanto nella Palestina (lo scisma d'Israele e di Giuda); ma sotto Ethbaal, fondatore di una nuova dinastia a Tiro, troviamo ristabilita l'alleanza col matrimonio di Gezabele sua figlia con Acabbo re di Israele, causa d'idolatria e di torbidi nel popolo ebreo.

Fenici. Decadenza del primato di Tiro

Non molto tempo dopo il regno di Ethbaal già ravvisiamo la decadenza in Tiro. Tre ne furono le cause principali:
  • le discordie interne, 
  • la rivolta delle città soggette 
  • e la preponderanza assira
Il più notevole episodio delle contese interne tra la nobiltà e il popolo accadde nel secolo IX.

Era re di Tiro il giovine Pigmalione (Piimelium) sorretto dalla parte popolare; sua sorella Elisa (Elissar) tentò con l'appoggio della parte aristocratica d'impadronirsi del potere.

Vinta, emigrò da Tiro con molte famiglie nobili e sbarcò a Cambe, fondata dai Sidonii sulle coste dell'Africa.
Sul territorio di Cambe sorse una città nuova (Kiriath-kadesciat), che i Romani denominarono Cartagine.

La prepotenza di Tiro aveva intanto suscitato gelosia ed odio delle città suddite, e ridestato il sentimento di loro indipendenza. L'animosità andò tant'oltre, che molte di esse per abbattere la loro rivale non dubitarono di sottomettersi alla sorgete monarchia assira e di aiutarla nella sua impresa contro Tiro. Questa, ispirata da' suoi interessi materiali, scorgendo la difficoltà della resistenza, come già un tempo Sidone ai Faraoni, si sottomise ad annuo tributo agli Assiri.

Dipendenza dei Fenici dalle varie monarchie dell'Asia anteriore

Più tardi tentò di ricuperare l'indipendenza. I re assiri Salmanasar V e Sargon combatterono aspramente la città di Tiro senza espugnarla. L'occupò Sennacheribbo verso il 700 a. C., il quale vi depose il re Giuseppe Eluleo e gli surrogò Ethbaal II, a lui devoto e sottomesso.

Quando il re egiziano Necao ritentò la conquista dell'Asia anteriore, le città fenicie l'accolsero come liberatore, e la loro flotta postasi al servizio dell'Egitto fu impiegata nelle imprese marittime, tra le quali celeberrima la circumnavigazione dell'Africa.

Quando poi cadde la monarchia assira, le città fenicie, e specialmente Tiro e Sidone, respirarono fidenti di ricuperare la libertà. Ma il re babilonese Nabucodonosor, distrutta la potenza asiatica di Necao nella battaglia di Circesio, sottomise pure la Fenicia.

Tiro sostenne un assedio di tredici anni; l'eroica resistenza assicurò alla città una capitolazione a patti non duri.

Il re egiziano Apries s'accinse a riconquistare la costiera fenicia; ma fu una scorreria marittima senza risultati politici.

Caduto l'impero babilonese per opera di Ciro, re dei Persiani (538), i Fenici riconobbero la nuova signoria, che favorì la prosperità di Tiro e di Sidone, valendosi della loro flotta nelle frequenti guerre contro l'Egitto e la Grecia. E così la storia della Fenicia si confuse con quella dell'impero persiano.

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