Cenni storici sui popoli dell'Asia Minore

Asia Minore. Varietà di popoli e partizione di loro storia

Per la sua postura rispetto all'Asia e all'Europa, l'Asia Minore fu traversata fin dai tempi più remoti da popolazioni svariatissime, ognuna della quali vi lasciò traccia. È opinione che vi abbiano predominato dapprima genti turaniche e kuscite, ma nessuna memoria è rimasta di loro.

Pare che successivamente l'Asia Minore sia stata invasa dai popoli semiti ed ariani; quelli (semiti, ndr) si sarebbero stanziati ad est e a sud della penisola, questi (ariani, ndr) avanzati nella parte occidentale.

In tempi meno oscuri si ha certa notizia di immigrazioni di Fenici e di Greci; questi riuscirono a predominare nelle isole, nella regione occidentale e su tutta la costiera, importando in Asia la splendida loro cultura.

Le notizie su questi popoli svariati sono così scarse e sconnesse, che non è possibile darne una storia regolare.

Per disporre cronologicamente le poche informazioni, si possono ripartire in due momenti:
  1. la poliarchia, dalle origini al secolo VIII
  2. la prevalenza del regno di Lidia, dal secolo VIII alla conquista persiana (554 a. C.)
La poliarchia: i Frigi, i Misi, i Carii e i Lici

Nel primo periodo di grande frazionamento politico abbiamo appena alcune notizie involute di leggenda intorno ai Frigi, ai Misi, ai Carii e ai Lici.

I Frigi, di stirpe ariana, furono un popolo civile in età assai remota, quando si voglia giudicare dalle tradizioni greche, dalle iscrizioni, e dai ruderi di tombe, edifizi e bassorilievi ritrovati.
Due nomi sono specialmente ricordati, Gordio e Mida. L'origine del regno è rappresentata dalla novella del contadino Gordio, che dedicò il giogo del carro, su cui era stato tirato quando il popolo lo salutò re, all'oracolo, il quale avrebbe dichiarato essere l'impero dell'Asia destinato a colui che sciorrebbe il nodo del giogo.
Mida, figlio di Gordio, rappresenta la ricchezza e la prosperità raggiunta dal regno frigio, e ad un tempo la degenerata effeminatezza, l'introduzione del culto di Bacco e la coltivazione della musica nella Frigia.

I Misii, anch'essi ariani, ebbero fama immortale dalla città di Troia, che aveva nel suo centro la fortezza d'Ilio, specie per la guerra combattuta contro la lega di principi greci, cantata divinamente dal poeta Omero nell'Iliade.

I Carii, popolo probabilmente misto di kusciti e di ariani, acquistarono predominio nell'Egeo con le imprese marittime. Dai Fenici prima e poi dai Greci, che colonizzarono la costa della Caria, furono respinti all'interno. Decaduti dall'antica potenza li troviamo mercenari presso i sovrani dell'Oriente e specialmente presso i Faraoni della dinastia XXVI.

I Lici, ariani, costituirono una confederazione di città, con regolare e savio governo. I monumenti trovati, specie nella capitale Xanto, rivelano una civiltà assai elevata; notevoli i templi e i sarcofagi ricchi di sculture rappresentanti soggetti mitologici e scene di battaglia, la tomba delle Arpie, ecc.

Il regno di Lidia sotto gli Atyadi e gli Eraclidi

Soltanto i Lidii, di cui è però incerta l'origine etnica e argomento di gravi discussioni fra i dotti, hanno una storia continuata e in qualche periodo anche copiosa di informazioni; imperocchè i Lidii riuscirono a formare un grande Stato e ad esercitare il predominio sulla maggior parte dei popoli stanziati nell'Asia Minore.

I Lidii occuparono il bacino del fiume Hermo, sovrapponendosi ai Meonii

Tre dinastie li governarono.
  • La prima, detta degli Atyadi dal suo fondatore Atys, è intieramente mitica; merita solo menzione la tradizione d'una colonia lidica condotta in Italia da Tirreno, figlio di Atys, onde sarebbe derivato il popolo dei Tirreni o Etruschi.
  • Segue la dinastia degli Eraclidi, discendente da Ercole, ancor essa mitica con qualche reminiscenza storica, la quale avrebbe regnato per cinque secoli, ossia dal 1200 al 700 incirca a. C.
    Ultimo dei ventidue re fu Candaule, che secondo una leggenda variamente narrata dagli scrittori greci (Erodoto, Platone, Nicolò Damasceno) sarebbe stato assassinato da un certo Gige, suo mandriano, d'accordo con la regina. 
  • Gige ottenne il regno di Lidia, e da un responso dell'oracolo fu rassodato sul trono; con lui comincia la terza dinastia, detta dei Mermnadi, di carattere veramente storico.
Il regno di Lidia sotto i Mermnadi

Sono ricordati cinque re della terza dinastia:
Gige, Ardir, Sadiatte, Aliatte e Creso,
i quali regnarono complessivamente circa un secolo e mezzo.

Sotto i Mermnadi il regno lidico crebbe di coltura e di forza all'interno, ed estese di molto i suoi confini, guerreggiando contro gli Stati limitrofi della Misia, della Frigia, della Caria e contro le ricche colonie greche di Smirne, Mileto, Efeso, Colofone.

Sebbene non ci siano noti i particolari delle lotte sostenute dai primi quattro re, è certo che le conquiste continuarono sempre, appena interrotte da un'invasione di Cimmerii e di Sciti, che recò la perturbazione in quasi tutta l'Asia Minore.

Sotto Aliatte il regno di Lidia estendeva già la sua dominazione a gran parte dell'Asia Minore occidentale. Volendo avanzare verso oriente s'imbatté nei dominii dell'ambizioso re della Media Ciassare; dopo varia guerra i due contendenti s'accordarono nel riconoscere il fiume Halys come confine dei due Stati (610 a. C.).

Della pace, durata oltre cinquant'anni, fu pegno il matrimonio di Ariene, figlia di Aliatte, con Astiage figlio di Ciassare.

Ciassare morì nel 595, e gli succedette nella Media Astiage.

Aliatte regnò ancora fin verso il 560 a. C., e lasciò morendo il trono a suo figlio Creso, rappresentato dai Greci come principe ricchissimo e potente e come esempio della caducità della umane cose.

Apogeo e caduta del regno lidico con Creso

Da breve tempo Creso era salito al trono della Lidia, quando un grave rivolgimento mutò l'aspetto politico dell'Asia anteriore.

Un certo Ciro, principe persiano, volendo liberare la Perside dalla signoria dei Medi, insorse contro Astiage, lo vinse e fu salutato da re di Media e Persia (560 a. C.).

Creso, cupido di vendicare la sconfitta del cognato Astiage e di arrestare fin dagli inizi la potenza persiana, deliberò di opporsi a Ciro con le armi, invocando l'alleanza dei re d'Egitto e di Babilonia e il concorso dei Greci.

Creso intanto, senza attendere gli alleati, traversò con le sue milizie l'Halys ed entrò nel distretto di Pteria.
Ciro l'affrontò in battaglia campale, che terminò al cader della notte con grande strage in entrambi gli eserciti.

Non vedendosi riattaccato il giorno seguente, Creso si ritirò in Sardi e licenziò l'esercito, deciso a riprendere l'offensiva nella primavera. Ma Ciro, levato il campo, mosse contro Sardi, a cui pose assedio. Dopo quindici giorni la città si arrese, e Creso cadde in mano del vincitore (554 a. C.).

La caduta di Sardi trascinò seco la sottomissione di tutto il regno di Lidia, tranne le colonie greche, la cui conquista fu affidata da Ciro ad un suo generale.

Così la storia dei popoli dell'Asia Minore si confuse anch'essa con quella dell'impero persiano.

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